A molti è ormai noto che gli spostamenti in aereo sono di gran lunga quelli più inquinanti per il nostro pianeta. Tuttavia, il tasso di inquinamento di un singolo velivolo è dato da svariati fattori e tra questi c’è il numero di persone trasportate.
Quanto inquina allora un Jet privato che vola, escluso l’equipaggio, per un solo passeggero? Questo è il problema degli aerei privati. I jet usati dai vip o da persone molto abbienti hanno un impatto sull’ambiente sproporzionato per persona.
Così, mentre noi ci chiediamo se sia possibile un viaggio sostenibile in aereo, c’è chi utilizza il mezzo più inquinante per tragitti brevissimi.
Il volo da 17 minuti del Jet privato di Kylie Jenner
A luglio ha creato scalpore e indignazione un post dell’imprenditrice statunitense Kylie Jenner in cui, sotto alla foto di sé con il compagno Travis Scott su una pista d’atterraggio tra due jet, si leggeva: “Vuoi prendere il mio o il tuo?”.
A scatenare le polemiche, oltre all’ostentazione dei due mezzi privati, soprattutto la durata di quel volo: solo 17 minuti. La destinazione era infatti Camarillo, una città molto vicina a Los Angeles, dove si trovavano Jenner e il partner.
L’imprenditrice non è estranea a utilizzare il suo Bombardier BD 700 da 72 milioni di dollari per raggiungere mete vicine e ne è un esempio il volo da 27 minuti da Los Angeles a Thermal, sempre in California.
La sua gita di 17 minuti ha portato all’emissione di una tonnellata di anidride carbonica. Si tratta di una quantità non enorme di per sé ma è pari a un quarto dell’impronta di carbonio annuale totale di una persona normale.
Le tante star che volano su un Jet privato
Questi viaggi scatenano le polemiche soprattutto quando, come in questo caso, la tratta potrebbe essere percorsa in macchina o in treno in poco tempo. Il viaggio in macchina Los Angeles-Camarillo richiede circa 40 minuti e causa una frazione delle emissioni rispetto a un volo.
Purtroppo non sono poche le celebrità che utilizzano i propri jet per coprire tratte molto brevi, ignorando il problema ambientale. Drake, il famoso rapper, si è spostato da Hamilton, nell’Ontario, a Toronto con un volo di 18 minuti. Mentre qui in Europa Mark Wahlberg ha compiuto viaggi di pochi minuti come quello da Dublino alla contea di Clare in Irlanda di neanche mezz’ora.
Negli Stati Uniti, durante il 2022, l’aereo di Taylor Swift è stato quello più inquinante in proporzione, compiendo 170 voli e producendo un totale di emissioni di oltre 8.293 tonnellate di CO2 equivalente.
Quanto inquina un aereo privato?
Cerchiamo di capire perché i jet privati inquinano così tanto analizzando qualche dato. Abbiamo detto che, in generale, lo spostamento tramite aereo è quello più impattante sull’ambiente. Come potete immaginare se un aereo decolla per poche persone il tasso di emissioni di diossido di carbonio per passeggero aumenta e questo rende i voli privati più inquinanti da 5 a 14 volte rispetto a quelli di linea.
Il motivo è dovuto anche alla loro grandezza e al loro basso rendimento energetico. Inoltre gli effetti del loro inquinamento sono globali e non si ripercuotono solo sui luoghi in cui operano.
Ma quanto consuma questo tipo di jet? La risposta non è semplice perché dipende appunto dal modello che varia per grandezza, consumi e velocità. Nel 2021 Transport & Environment, un gruppo di organizzazioni non governative europee che incentivano la mobilità sostenibile, ha elaborato una stima delle emissioni degli aerei privati.
Prendiamo da questa stima un esempio, uno dei jet più utilizzati: il Cessna Citation. Questo veivolo consuma 857 litri di carburante ogni ora di utilizzo, il che comporta un rilascio di circa 2,5 chili di CO2 nell’atmosfera terrestre per ogni litro di carburante consumato. Quindi un viaggio inferiore alle tre ore significa l’emissione di 6 tonnellate di sostanze inquinanti.
Quanto inquina un aereo rispetto a noi?
Secondo il Department for Business, Energy and Industrial Strategy britannico per calcolare quanto effettivamente siano impattanti sull’ambiente i viaggi aerei è necessario un ulteriore passaggio. Bisogna calcolare anche tutte le sostanze rilasciate in aggiunta all’anidride carbonica e per questa ragione si dovrebbe moltiplicare il numero di tonnellate emesse per 1,9.
Per comprendere ancora meglio facciamo un paragone tra quanto inquina un jet privato e quanto inquiniamo noi. Per il motivo che abbiamo esposto poco prima utilizzeremo come unità di misura la CO2 equivalente che pesa insieme le emissioni di diversi gas serra.
Una persona che vive nell’Unione Europea emette 8,2 tonnellate di anidride carbonica equivalenti (tCO2eq) nel corso di un intero anno. Per sapere quanto si emette solo per gli spostamenti bisogna prendere in considerazioni diversi fattori, in primis quale mezzo si utilizza di più.
I Jet privati sono solo un problema ambientale?
MyCO2, un servizio francese realizzato dal centro studi in ambito climatico Carbone 4 per calcolare quanta CO2 emette un cittadino francese, ha elaborato una stima. Utilizzando le statistiche del Ministero della Transizione ecologica francese, Carbone 4 ha stimato che in un anno un cittadino francese produce per muoversi circa 2,6 tonnellate di CO2 equivalente.
Considerando che lo stile di vita è simile al nostro possiamo comprendere anche il nostro impatto ambientale e paragonarlo a quello dei jet. Riprendendo le stime di T&E sappiamo che un jet privato sprigiona circa 10 dieci tonnellate di CO2 che sono pari, quindi, a quelle emesse in un anno da circa quattro persone che si spostano.
Negli ultimi 25 anni Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si occupano di ridurre la povertà globale tramite aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ha stimato che i 63 milioni di abitanti più ricchi del mondo, pari all’1% del totale, hanno contribuito alle emissioni globali di CO2 equivalente per il doppio di quanto prodotto da 3,1 miliardi di persone, la metà più povera del Pianeta.
Appare chiaro come l’inquinamento del trasporto aeronautico sia sproporzionato e causi, oltre che un problema ambientale, anche uno di squilibrio nello sviluppo mondiale.
Jet privato in Italia: quanti sono e quanto inquinano?
Passiamo ora al nostro Paese per capire quanti sono gli aerei privati in Italia ma, come vedremo, dato ancora più importante, quanti voli vengono eseguiti. Iniziamo dicendo che, nel traffico aereo privato d’Europa, l’Italia si colloca al terzo posto in classica per emissioni, prima di noi solo Regno Unito e Francia.
I veicoli registrati qui da noi sono 133, un numero che sembra esiguo. Tuttavia, bisogna considerare che molti sono in realtà registrati in nazioni con tassazioni più favorevoli, quali Lussemburgo, San Marino, Svizzera e Serbia.
Inoltre, sembra che il traffico dei voli sia in crescita. La società di analisi del settore aereo privato WINGX ha registrato nel 2021 oltre 55mila partenze dall’Italia di jet privati, ben il 66% in più rispetto al 2020. A gennaio 2022 questo tipo di voli sono stati 3.108, il 43% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Le statistiche di Sea Milano Prime, operatore handling di Milano Linate e Malpensa, indicano che nel 2021 siano decollati e atterrati molti più veivoli privati rispetto agli anni precedenti, registrando un 55% in più del 2020 e 35% in più del 2019.
Milano Linate è anche tra gli aereoporti più frequentati in questo senso insieme a Roma Ciampino e Olbia-Costa Smeralda. Nelle occasioni quali la fashion week o il salone del mobile a Milano si è arrivati anche a 160 movimenti giornalieri.
Ovviamente i numeri sono legati al periodo post lock down in cui le restrizioni sono diminuite ma rimane una certa paura che incoraggia la scelta di volare privatamente e ridurre i rischi di contagio.
Cosa succede all’estero con i voli privati?
Ad essere fortemente interessata da partenze e atterraggi di voli privati è la Francia. Qui uno su dieci dei voli registrati nel 2019 era proprio di questo tipo e la metà copriva una tratta inferiore ai 500 chilometri.
Male anche negli Stati Uniti dove le emissioni dei jet privati sono aumentate dagli anni ’90 e aumenteranno ancora a causa di aerei più grandi e più inquinanti.
Scott Hochberg, avvocato presso il Climate Law Institute del Center for Biological Diversity sostiene che le celebrità siano solo il picco dell’iceberg giacché la maggior parte dell’élite ricca negli States ama volare privatamente.
Sembrano esserci delle misure in programma per quanto riguarda il trasporto aereo di linea. Le principali compagnie aeree statunitensi hanno annunciato piani climatici e vorrebbero, ad esempio, adottare sempre di più carburanti aeronautici sostenibili a basse emissioni (o SAF), come olio da cucina o idrogeno. Lo stesso Biden ha dichiarato di voler tagliare le emissioni dell’aviazione del 30% entro il 2030.
Si vola privatamente per lavoro o per piacere?
Una obiezione che potrebbe venir fatta è che l’utilizzo dei Jet sia sostanzialmente legato ad esigenze lavorative. Innanzitutto, ricordiamo il volo sopra menzionato di Kylie Jenner che era di puro piacere.
Ma, in generale, l’ultimo report dell’Ong Transport & Environment, utilizzando i dati forniti dall’European business aviation association, evidenzia che la maggior parte degli spostamenti su aerei privato non è per lavoro.
Il picco dell’aviazione privata è, infatti, durante i mesi estivi e in direzione di località soleggiate. In più, il 70% dei jet privati vola entro i confini europei e con il doppio delle probabilità, rispetto a un volo di linea, di percorrere per viaggio meno di 500 Km.
Cosa sono i taxi dei cieli?
Quando pensiamo agli aerei privati ci vengono in mente solamente quelli di proprietà. Ma in realtà una grande parte del traffico aereo privato è costituito dai cosiddetti “Taxi dei cieli”.
Ebbene sì, funzionano proprio come quando prenotate un taxi che vi viene a prendere per portarvi a destinazione. E come i taxi compiono un primo spostamento vuoti. Ciò significa che il 40% dei jet privati volano senza passeggeri emettendo ogni 50 minuti l’equivalente di quello che una persona media europea emette in un anno tutte le volte che viaggia.
Aggiungete anche che molti di questi jet, essendo a noleggio, una volta che hanno assolto il loro compito, devono tornare al loro punto di partenza. Vuoti, di nuovo.
L’account Instagram che calcola quanto inquinano i Jet privati
È composto tutto da under 30 il gruppo che gestisce l’account Instagram Jet dei Ricchi, una pagina che calcola l’impatto ambientale dei voli privati delle persone più ricche d’Italia e lo paragona a quello di una persona media. L’obiettivo? Quello di chiarire sia la necessità di abolire l’uso del jet privato sia il concetto di disuguaglianza ambientale.
A dare l’ispirazione è stato il progetto francese l’Avion de Bernard, sempre un account Instagram che però segue e calcola quanto inquina un solo aereo. Il veivolo in questione è quello di Bernard Arnault, terzo uomo più ricco del mondo e patron di Lvmh, la multinazionale proprietaria di oltre 70 marchi del mondo del lusso, inclusi Louis Vuitton e Christian Dior.
La pagina Instagram nostrana ha scelto di seguire molte più persone perché lo scopo non è l’accanimento nei confronti di qualcuno ma piuttosto il far comprendere questo fenomeno.
Sono così finiti nel mirino i voli di vip, politici e imprenditori come Diego Della Valle, Matteo Renzi, i Ferragnez, Gianluca Vacchi, Sfera Ebbasta o Elettra Lamborghini.
Fare degli esempi concreti significa aiutare le persone a capire. Dire che il 10% più ricco del Pianeta produce il 50% dei gas a effetto serra rimane un concetto più astratto rispetto a dire che Gianluca Vacchi ha volato per 57 minuti da Bologna a Taranto e ritorno emettendo la stessa CO2 prodotta da due persone in un anno.
Inoltre, taggando i diretti interessati, c’è sempre la speranza che arrivi il messaggio anche a loro. Finora però l’unica reazione ricevuta è stata proprio da parte di Gianluca Vacchi che si è staggato per tre volte dalle foto. “Almeno un segno di vita” sostengono ridendo gli amministratori.
Come funziona Jet dei ricchi?
Per elaborare un post i ragazzi che gestiscono l’account utilizzano dei dati pubblici. Basta rintracciare la targa del jet tramite ad esempio la foto di un giornale e inserirla su uno dei software open source come Flightradar o Adsbexchange. Una volta che viene ricavato tragitto e durata basta moltiplicare la quantità di carburante bruciata al minuto per la durata del viaggio e infine per un fattore di emissione, valore fornito dall’ente francese Ademe.
Ovviamente un’altra parte del lavoro consiste nel verificare, incrociando alcune informazioni, che il personaggio stia davvero volando su quell’aereo.
Chi lavora per questo account non si aspetta un’abolizione totale da un giorno all’altro ovviamente. Tuttavia, i suggerimenti da loro dati consistono nell’adozione di una tassa sul carburante, ad esempio, dell’obbligo di utilizzare un carburante più sostenibile economicamente.
D’altronde abbiamo visto che è possibile cercare di compensare le emissioni di un volo aereo anche per voli di linea.
Jet e voli privati: un privilegio sostenibile?
I punti da analizzare riguardo la questione Jet privati sono molti, come abbiamo visto. Capire i dati non è semplice e di certo non sono molte le persone che cercherebbero di loro spontanea volontà quanto emette il volo del VIP di turno.
Quello che rimane al centro della discussione è che il traffico aereo è molto impattante sull’ambiente e molti di questi voli potrebbero tranquillamente essere sostituiti addirittura da un viaggio in macchina o in treno.
Anche il sentimento comune sta cambiando e l’attenzione nei confronti della salvaguardia del pianeta sta aumentando sempre di più. Pare quindi naturale che il vantarsi dell’uso di un Jet privato per un breve tragitto crei più irritazione che ammirazione.
Insomma, anche se l’aviazione privata non è in termini assoluti una percentuale alta a livello di emissioni di CO2 sicuramente, però, non è necessaria.
Viene ormai percepito come un privilegio non più sostenibile, tanto più per persone ricche che potrebbero prenotare un pernottamento in albergo invece di fare andata e ritorno in giornata o addirittura riservare un intero vagone in treno.
Visto che si parla tanto di transizione ecologica pare chiaro che, ormai, le buone pratiche devono interessare tutti perché si tratta di sopravvivenza per noi e le prossime generazioni.