Si dice che l’importante non sia la destinazione ma il viaggio. C’è chi ha preso talmente alla lettera questo modo di dire da compiere viaggi anche intercontinentali senza uscire dagli aeroporti.
Questi tipi di voli si chiamano mileage runs, termine inglese che potremmo tradurre con “corse per le miglia”. L’obiettivo di questi passeggeri, infatti, non è raggiungere una meta per una vacanza o per impegni lavorativi ma semplicemente accumulare punti per i programmi fedeltà delle compagnie aeree.
Ma come funzionano le mileage runs e questi programmi fedeltà?
Mileage runs: quando e dove nascono?
Le mileage runs sono un modo di viaggiare che nasce negli Stati Uniti già negli anni Ottanta. La vastità di questo Paese porta molti abitanti a doversi spostare da una città all’altra in aereo.
Per fidelizzare i clienti le compagnie aeree hanno iniziato a sponsorizzare dei programmi fedeltà grazie ai quali più si volava più si acquisivano punti. Una volta che se ne collezionava un certo numero la ricompensa solitamente era il poter viaggiare gratuitamente.
Sebbene nascano insieme a questi programmi fedeltà, è dai primi anni del Duemila che le mileage runs sono diventati un vero e proprio fenomeno. L’obiettivo era accumulare miglia spendendo il meno possibile per poi avere una ricompensa con vantaggi e privilegi nei viaggi successivi.
Successivamente le compagnie hanno modificato i propri programmi frequent flyer: sono stati creati degli status che comportavano benefit migliori maggiore era il livello conquistato.
In quel periodo sono apparsi blog, forum e newsletter con lo scopo di scambiarsi informazioni, itinerari di viaggio ed esperienze per collezionare punti con le compagnie aeree. In questi confronti online emergevano addirittura le differenze tra chi effettuava le mileage runs in modo puro, ovvero senza uscire dagli aeroporti, e chi invece preferiva esplorare la destinazione anche solo per qualche ora.
Le mileage runs funzionano ancora?
Il fenomeno delle mileage runs ha iniziato a rallentare dal 2015 quando compagnie aeree come Delta e United hanno cambiato i loro programmi fedeltà. Sono iniziate da quel momento le costanti modifiche e si sono moltiplicati i modi per accumulare punti, persino rimanendo a terra.
“Miglia” è diventato solo un sinonimo di “punti”, in quanto volare per grandi distanze non è stato più il punto centrale. Status superiori si raggiungono ora grazie a un insieme di miglia percorse, costo della tariffa e classe di tariffa ma anche grazie ai soldi spesi per le carte di credito relative alle compagnie aeree.
Le tariffe economiche sono diventate meno comuni e accumulare miglia con costi troppo alti non avrebbe senso. Inoltre, alcune compagnie hanno stabilito che volare in Economy non permette più di collezionare miglia.
I programmi fedeltà: cosa sono?
Abbiamo parlato di programmi fedeltà e di status. Vediamo meglio di cosa si tratta.
I programmi frequent flyer, come abbiamo visto, nascono per fidelizzare i clienti e “premiare” chi viaggia più spesso.
Solitamente si consegue un punto per ogni miglia ma alcune compagnie, specialmente in Europa, ne danno un tot per volo a prescindere dalla tratta.
Negli ultimi anni molte compagnie, ad esempio Air France e KLM, hanno cambiato il sistema di accumulo punti e si basano maggiormente sul costo del biglietto acquistato. Più è alto il costo, più miglia si ottengono.
Altri metodi per salire di punteggio sono soggiornare negli hotel partner, noleggiare una macchina da una società associata, utilizzare carte di credito che assegnano dei punti a ogni addebito oppure addirittura pagando direttamente.
I vantaggi che si ottengono dipendono dal programma e dallo status ma solitamente possono essere:
- Accesso alle aree riservate alla prima classe o business con un biglietto normale
- Accesso alle aree di altre compagnie
- Sistemi di accumulo punti più vantaggiosi (miglia doppie o triple)
- Possibilità di riservare un posto vicino al proprio, quando disponibile
- Scelta dei posti
- Passaggio gratuito o scontato alla classe superiore
- Priorità nelle liste di attesa
- Priorità in specifici casi di overbooking
Gli status dei programmi fedeltà: come si raggiungono?
Questi programmi sono strutturati anche in status, dei livelli che danno accesso a servizi migliori quando sono più elevati. Dopo che ci si iscrive al programma fedeltà bisogna raggiungere un tot di miglia per poter “sbloccare” il primo status. Dopodiché si ha a disposizione un certo periodo, che solitamente è di un anno, per mantenerlo o migliorarlo.
Quasi tutte le compagnie prevedono tre livelli: il primo è abbastanza facile da raggiungere mentre l’ultimo è quasi sempre acquisito grazie a una combinazione di voli e soldi spesi.
Le alleanze aeree: sono utili per accumulare miglia?
Le alleanze aeree sono nate una ventina di anni fa per ottimizzare i costi e razionalizzare le operazioni. Coinvolgono le più importanti compagnie aeree e sono principalmente tre: Star Alliance, SkyTeam e Oneworld.
Quando si entra a far parte di un programma fedeltà di una compagnia si acquisisce lo stesso status anche per le compagnie partner. Pertanto, si accumulano miglia quando si vola con tutte le compagnie dell’alleanza, basta fornire l’account al momento della prenotazione oppure dopo il volo.
Ovviamente questo vale anche per il miglioramento del proprio status, salvo qualche eccezione. Quindi, se ad esempio avete il livello “Silver” di Flying Blue, automaticamente sarete membri anche di “SkyTeam Elite”.
Potete anche utilizzare le miglia acquisite non con la compagnia di riferimento ma con una partner e viaggiare con loro gratis. Un ottimo esempio riguarda Avios di British Airways: risulta meno vantaggioso utilizzare i punti con la compagnia inglese mentre lo è sicuramente di più sfruttarli con società partner come Japan Airlines in Giappone o Qantas in Australia.
È possibile sfruttarle per accumulare miglia? Assolutamente sì.
Mileage runs: quanto inquinano?
Un fenomeno come quello delle mileage runs ci appare a dir poco anacronistico in un periodo in cui si sta quantomeno cercando di trovare delle soluzioni per il cambiamento climatico.
Sembra infatti paradossale che le persone inizino a voler ridurre i loro spostamenti in aereo o almeno a tentare di compensare le emissioni prodotte mentre altri volano senza un reale motivo.
È ovvio che questo modo di volare abbia un impatto ambientale più che marginale se guardiamo all’inquinamento prodotto in generale dall’aviazione civile. Tuttavia, quando si discute di cambiamento climatico, si tende sempre di più a mettere in luce i singoli comportamenti.
Un simile ragionamento lo abbiamo fatto anche per i Jet privati che non incidono significativamente sulle emissioni globali ma… sono davvero necessari?
«Le mileage runs possono avere un impatto minuscolo sul cambiamento climatico globale. Ma è il tipo di comportamento più grottesco che si possa immaginare» ha evidenziato al New York Times Richard Carmichael, ricercatore dell’Imperial College di Londra.
Nel 2020 Carmichael ha pubblicato un rapporto riguardante il clima nel quale veniva proposto proprio di vietare i programmi fedeltà delle compagnie aeree. Questi piani, infatti, sono essi stessi un problema in quanto incentivano lo spostarsi in aereo quando Paesi come la Francia hanno persino vietato le tratte brevi.
Paradossalmente l’aver introdotto nuovi modi per accumulare punti, che prevedono proprio il rimanere a terra, sarebbe un punto di partenza per rivedere l’impatto dei programmi fedeltà.
Mileage runs: a chi convengono e chi le compie?
Arrivati a questo punto viene ovviamente da chiedersi: le mileage runs convengono veramente?
Ovviamente bisogna valutare quanto spesso ci si sposta in aereo. Non a caso abbiamo spiegato che questo fenomeno è nato negli Stati Uniti, Paese in cui le persone sono solite spostarsi via volo per coprire enormi distanze.
In Italia i pendolari sono tanti ma sono tanti quelli che preferiscono il treno. Sicuramente per chi vola, ad esempio, tra Genova e Roma molto spesso raggiungere un certo status gli sarà utile: potrà imbarcare gratuitamente un bagaglio anche con il biglietto più economico, usare la lounge e avere l’accesso prioritario.
Tuttavia, quando parliamo di chi fa usualmente le mileage runs scopriamo un modo diverso di pensare.
Nel 2022 a Jason Merhaut mancavano soltanto un migliaio di miglia per passare dallo status argento a quello oro con la United. Quindi da New York è volato a Londra, ha assistito alla partita di calcio del Fulham, ha dormito ed è risalito su un aereo. Merhaut ha detto di essere consapevole che le mileage runs sono folli ma al tempo stesso “Se hai volato in pullman per tutta la vita e hai volato in prima classe, non vorrai mai più volare in pullman. È lo stesso con me per lo status”.
Kimi Coy e sua madre Carolyn Benyshek hanno reso le mileage runs una tradizione di famiglia oltre che un momento di svago durante il quale poter leggere, guardare film, dormire e, in generale, rilassarsi.
Chris Carley, proprietario del sito web Eye of the Flyer, è appassionato di aerei e aeroporti e sostiene che il valore di questo tipo di viaggi viene dato dalla persona. Per lui e sua moglie, infatti, volare diventa un appuntamento romantico durante il quale bisogna spegnere i cellulari e si può avere tempo solo per parlare.